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THE SHROUD capitolo 4

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Sweety era sotto il portico di casa, indossava una vestaglia di seta nera e stava bevendo un the verde freddo quando il carro funebre apparve sulla strada polverosa che portava a casa sua. Era presto, Mr. Motherfucker aveva chiuso il negozio prima visto che non aveva lavoro quel giorno e Sweety guardò l'auto con un espressione incuriosita. Mr. Motherfucker scese dalla macchina disfatto dal caldo e la salutò con una mano sorridendo. Sweety rispose al saluto e lo aspettò all'ombra della casa. Lui rinfilò la testa in auto e prese dei sacchetti di carta poi si diresse verso di lei.
"Buonasera..." le disse.
"Buonasera, come mai così presto oggi?".
Mr. Motherfucker salì i gradini della veranda per potersi sistemare all'ombra. "Non c'era un gran chè da fare e allora ho chiuso in anticipo. E tu? Tutto bene?".
La osservò, Sweety aveva la stessa espressione che avevano di solito le sue donne quando lui si alzava dal loro letto.
"Benissimo, grazie" rispose lei con un sorriso amaro sulle labbra.
Mr. Motherfucker sospettava che Sweety avesse un amante ma non era mai riuscito a capire chi fosse. Riusciva ad essere più discreto di lui.
"Toyboy?".
"E' di sopra che dorme in camera, troppo caldo per lui oggi".
Lui le mise sotto il naso un pacchetto e lei lo aprì, c'erano dei dolci dentro.
"Che pensiero gentile!" esclamò lei prendendone uno e mangiandolo.
"Ho pensato che ti avrebbero fatto piacere".
Le sorrise masticando. "Sì, decisamente... In quale guaio ti sei cacciato a questo giro?".
La domanda lo colse talmente di sorpresa che non riuscì a dissimulare. "Cosa ti fa pensare che sono nei guai?".
Sweety non gli rispose e continuò a sorridere mentre mangiava il dolce. Mr. Motherfucker chinò la testa in segno di resa e lei lo prese sottobraccio portandolo verso la porta di casa.
"Raccontami un po' delle tue avventure amorose...".
Andarono in cucina e, davanti ad una tazza di the, Mr. Motherfucker le raccontò tutto quello che gli era successo: dall'incontro nella villa, allo scontro nel vicolo senza giustificazioni o voli empirici nel tentativo di apparire quello che non era. Se aveva quel nome un motivo c'era. Sweety non gli disse nulla, si limitava ad annuire mentre lui parlava.
"E sta notte pretende che vada da lei...".
Sweety posò la tazza sul tavolo. "Tu che cos'hai intenzione di fare?".
Mr. Motherfucker incrociò le braccia sul petto. "Io non ci andrei, ma quella è pazza ed è la moglie di un politico, non vorrei che per colpa mia ne risentisse mezza città".
Sweety rimase in silenzio con un espressione severa sul volto truccato. "Dici che è veramente pericolosa?".
"Temo di sì".
"Bene, allora questa sera andrai da lei e sarai carino".
Mr. Motherfucker la guardò sconvolto, era l'ultima cosa che voleva fare. "Come, scusa?".
Sweety si alzò sporgendosi verso di lui mostrandogli la sua generosa scollatura mentre gli accarezzava il viso. "Sì, hai capito bene. Andrai da lei e sarai carino e gentile... E mi porterai qualcosa di suo".
A Mr. Motherfucker vennero i brividi."Vuoi un suo testimone? Cosa ti porto?".
"Qualsiasi cosa le appartenga: un vestito, dei capelli...Cerca di non portarmi cose imbarazzanti".
Sweety tornò a sedersi davanti a lui.
Mr. Motherfucker deglutì vistosamente, aveva la terribile sensazione d'infilarsi in un disastro maggiore ma non poteva tornare indietro e Sweety sapeva cosa faceva. Si alzò, era ora di andare, non si fece nemmeno la doccia, se Lisa lo voleva, se lo sarebbe preso anche se puzzava come una capra.
Salì sulla sua auto e partì per l'altro lato della città, purtroppo non aveva un auto meno vistosa però  sapeva come passare innosservato. La lasciava poco prima dell'unico ponte che collegava le due metà di Shroud e si muoveva a piedi. Nelle tenebre lui era meno visibile.
Così fece quella sera, lasciò la sua auto vicino al fiune, in un posto discreto e attraversò a piedi il ponte in un momento in cui non c'era nessuno, poi, confondendosi con le ombre, si avvicinò alle ville immacolate situate in fondo alla città. Silenzioso come un gatto nero, arrivò alla casa che gli interessava e, come l'ultima volta, si nascose vicino ai bidoni dell'immondizia. La porta di servizio era già aperta, quello era il segnale. Scivolò verso la porta ed entrò. La casa era completamente avvolta nel buio, le uniche luci accese erano nel grande salotto, Mr. Motherfucker si aspettava di trovarla su uno dei grandi divani bianchi con addosso il minimo indispensabile e un bicchiere di un liquore costoso in una mano. Entrò in salotto, vide uno dei suoi piedi spuntare da uno dei divani.
"Lisa, sono qui come ti avevo promesso". Disse Mr. Motherfucker con il tono più serio che riusciva ad avere.
Fece il giro del divano e si fermò immediatamente. La donna era sdraiata sulla pelle bianca e aveva lo sguardo fisso verso il soffitto. Un grande squarcio le apriva la gola da un orecchio all'altro e il sangue rosso sembrava ancora più scuro in contrasto con il bianco candido della camera. Mr. Motherfucker perse totalmente la capacità di respirare. Rimase immobile fin quando il suo cervello non gli urlò di scappare. Prese la porta di servizio e iniziò a correre come una lepre inseguita dai cani da caccia. Corse a perdifiato nella notte senza essere capace di pensare, fin quando non raggiunse il ponte. Lì si fermò consapevole che qualcuno lo potesse vedere, quindi scese verso la riva del fiume già avvolta nella nebbia e si tuffò in acqua. Non era mai stato un grande nuotatore, ma quella notte non ebbe nessuna difficoltà a raggiungere la riva opposta. Si trascinò esausto fino alla sua auto e salì sopra incurante di essere fradicio d'acqua. Partì facendo fischiare le gomme, passando per delle stradine di terra battuta e alzando una gran polverone. Mentre guidava come un pazzo sperò che a casa Sweety non avesse nessun cliente. Arrivò sotto casa, le luci erano spente, buon segno, Sweety e Toyboy erano a letto.
Scese dal carro funebre senza preoccuparsi di chiuderlo e si fiondò in casa. Salì i gradini a due per volta ed entrò nella camera di Sweety. Lei era sdraiata sul suo letto, con indosso solo un paio di mutandine di pizzo nere e con i dread sparsi sul cuscino viola. Mr. Motherfucker si fiondò nel letto svegliandola di soprassalto.
"Ma cosa... Mr. Motherfucker, sei impazzito??" strillò lei incurante del fatto che era nuda. Lui cominciò a parlare di getto in preda al panico senza far capire nulla a Sweety che, seduta sul suo letto, tentò di fermare quel torrente in piena di parole.
Lo prese per i polsi costringendolo a guardarla negli occhi.
"Ok, fai un respiro profondo e spiegami cos'è successo".
Mr. Motherfucker fece come gli era stato detto e raccontò a Sweety cos'era successo quella notte. Alla fine del racconto si accasciò contro di lei terrorizzato, abbracciandola forte. Lei ricambiò per un attimo l'abbraccio, poi si staccò da lui.
"Per prima cosa, ti fai una bella doccia calda. Poi mi raggiungi in cucina".
Mr. Motherfucker annuì con le lacrime che si trascinavano via il suo make up. Si alzò barcollando e si diresse in bagno mentre Sweety indossava un babydoll trasparente che aveva abbandonato su una sedia.
Toyboy, in mutande e con in braccio un peluche, era fuori dalla sua camera.
"Che succede?" chiese.
Sweety lo abbracciò. "Nulla tesoro, Mr. Motherfucker ha avuto un incubo, ora gli faccio una tisana e lo metto a letto. Torna a dormire".
"Va bene. Posso avere un altro bacio della buonanotte?".
Sweety lo baciò sulle labbra un paio di volte e gli augurò la buonanotte.
Mr. Motherfucker si trascinò in bagno, si tolse i vestiti luridi e si piazzò sotto il getto di acqua bollente nel tentativo di lavarsi via l'orrore di quella notte. Perse la nozione del tempo mentre era sotto l'acqua, era in un mare di guai, se qualcuno l'aveva visto entrare o uscire da quella maledetta villa, sarebbero venuti a prenderlo e lui di finire in galera per un crimine che non aveva commesso non ne aveva nessuna voglia. Aveva fatto un sacco di cazzate in vita sua, ma non così gravi da meritarsi la prigione. Lo consolava il pensiero di Sweety che con la sua freddezza sapeva sempre che cosa fare e contava su di lei anche questa volta. Anche se a questo giro l'aveva combinata veramente grossa. Mentre l'acqua gli scorreva addosso lavando via il trucco dal suo viso si rendeva conto che Sweety era l'unica costante della sua disordinata vita. Promise a se stesso che se fosse riuscito a tirarsi fuori da quel disastro si sarebbe dato una bella calmata, anche se sapeva che la sua natura di attirare guai l'avrebbe messo duramente alla prova.
Uscii dalla doccia, si asciugò e si allacciò un asciugamano nero attorno alla vita. Andò in camera sua, era esausto, la botta di adrenalina era ormai passata e lui si sentiva spossato. Indossò i primi pantaloni che gli capitarono a tiro e scese le scale per andare in cucina. Sweety era seduta al tavolo con una tazza in mano.
"Tieni, bevi, ti farà stare meglio".
Era sicuramente una delle sue miscele. Bevve sentendo il liquido caldo scaldarlo, sentiva i suoi muscoli indolenziti rilassarsi. Sweety, praticamente nuda, era seduta a braccia conserte davanti a lui.
"Domani mattina te ne vai a lavorare come al solito".
"Come?".
"Se ti cercano, verranno a prenderti qui come sul lavoro e non cambierà nulla. Non andarci aumenterà i sospetti. Sempre che colleghino la morte di quella donna a te".
"Ho giusto litigato con lei in un vicolo questa mattina...".
"Se sei stato fortunato non vi ha notato nessuno".
Mr. Motherfucker si toccò il collo, aveva perso il talismano che le aveva fatto Sweety.
"Non ho più il sacchettino che mi avevi dato tu".
"Beh, non ti è servito ad un gran chè visto che io l'avevo fatto generico per tenere lontano le tue donne e non una psicopatica in particolare".
Mr. Motherfucker finì la tisana, si sentiva terribilmente esausto ma aveva il terrore di andare a dormire. L'immagine di Lisa con la gola squarciata e gli occhi spalancati nel vuoto gli si ripresentava tutte le volte che chiudeva gli occhi.
"Sweety, posso chiederti una cosa?".
"Certo".
"Posso dormire con te sta notte? Giuro che faccio il bravo".
Sweety divenne per un attimo una statua di ghiaccio. Mr. Motherfucker si aspettava un rifiuto secco, lei non era mai stata disponibile nei suoi confronti ma evidentemente sapeva che la sua richiesta andava oltre al banale provarci con lei.
"Va bene, ma solo per questa notte".
Si alzarono dal tavolo, Sweety mise la tazza nel lavandino della cucina e poi si avviò con Mr. Motherfucker su per le scale. Controllò ancora che Toyboy stesse dormendo, poi lo seguì in camera sua. La stanza di Sweety era tutta sul tono del viola e del nero, sembrava anche più fresca delle altre stanze visto che era situata nella parte della casa che prendeva meno sole. Mr. Motherfucker si sentiva esausto, spostò le coperte e poi si abbandonò sulle lenzuola fresche. Sweety si sdraiò accanto a lui su un fianco.
"Cerca di riposare un po' e non pensare a nulla, domani mattina ci occuperemo del resto".
Mr. Motherfucker annuì soltanto con la faccia seppellita nel cuscino. Allungò un braccio per abbracciare Sweety.
"Grazie di tutto..." riuscì ancora a mormorare prima di scivolare nell'incoscienza.
Fourth chapter of the adventures of Sweety, Mr. Motherfucker and Toyboy
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