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Il Mondo Inverso- Capitolo 6

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Guardarono il Maggot librarsi in volo mentre si allontanava  lentamente verso il tunnel d'uscita, illuminato dalle luci della pista. One teneva Hex per mano mentre il vento generato dall'eliveivolo elettrico scompigliava i loro capelli. Lei si appoggiò al bastone che le aveva regalato Thirteen per incamminarsi lungo  la stazione con One.

"E ora dove andiamo?" gli chiese.
One si fece pù vicino per farsi sentire sopra il rumore della stazione. "C'è un posto che voglio farti vedere".
S'incamminarono lentamente e in silenzio nella stazione rumorosa, l'aria calda era quasi fastidiosa e il fresco dell'atrio fu un sollievo per entrambi. One si avvicinò ad uno dei grandi ascensori a vapore che portavano ai livelli inferiori e superiori ed entrò seguita da Hex. Schiacciò il pulsante per  l'ultimo piano ed e iniziarono a salire. In quel momento erano soli, Hex si voltò a guardare nuovamente One che, immobile, davanti alla porta, guardava il vuoto. Cercava di capire qual era il volto che si nascondeva dietro la maschera del suo accompagnatore, ma a parte i suoi occhi azzurri, non riusciva a capire che lineamenti avesse. Immaginava che un uomo così dolce non poteva avere che un aspetto meraviglioso, ma non si faceva illusioni, proprio per evitare delusioni future, le andava bene così, dopo tutto quel dolore, l'affetto di un uomo in maschera dai lunghi capelli corvini era un balsamo per le ferite della sua anima.
Le porte dell'ascensore si aprirono finalmente, ed uscirono su un terrazzo in stile liberty dal pavimento in marmo, Si trovavano vicino alle ventole di aerazione della città e l'aria era decisamente meno calda. Hex si strinse la giacca vittoriana addosso e One le passò un braccio attorno alle spalle accompagnandola vicino alla balaustra.
Il paesaggio era mozzafiato, da quel terrazzo si poteva vedere tutta la città del mondo Inverso, avvolta dalle nuvole di vapore con le luci che la illuminavano come diamanti sparsi sul velluto. Uno spettacolo che tolse il fiato a Hex facendole dimenticare il dolore per un attimo.

"Io vengo qui quando voglio stare da solo, è il mio angolo segreto" le disse con la sua voce morbida One accanto a lei.
"E' molto bello- si voltò a guardarlo- Grazie per averlo condiviso con me".

Si guardarono negli occhi per un tempo infinito, perdendosi nei loro rispettivi sguardi. L'unica cosa a scandire il tempo era il respiro della città. Il dolore pulsava dentro lei nonostante tutto, lottava contro le immagini terribili della sua prigionia, sentiva ancora addosso quelle mani e quando One la toccò trasalii. One si ritrasse immediatamente.
"Scusami" chiese piano chinando la testa. Hex si morse un labbro.
"No scusami tu, sei tanto gentile con me e io... Mi comporto in maniera terribile con te" si avvicinò a One toccandogli un braccio. Lui tornò a guardarla con i suoi occhi meravigliosi.
"No, devi guarire dalle tue ferite, ci va solo tempo".

Hex sentii le lacrime salirle agli occhi, le parole di One erano come un balsamo per il suo cuore, come una canzone meravigliosa, di quelle che ti commuovo per la loro melodia struggente. Il tono della sua voce guariva un po' il suo dolore, allontanava le voci che la tormentavano, cancellava  i  suoi tenebrosi ricordi. Voleva che il tempo si fermasse e rimanere in eterno su quella terrazza, di quella città inesistente a guardare l'uomo davanti a sé di cui non sapeva nulla, di cui non conosceva il nome, di cui ignorava il volto. Fece una cosa che non pensò di riuscire a fare, abbracciò One, passandogli le braccia attorno al torace e apoggiando la testa sulla sua spalla affondando il viso nei suoi capelli di seta nera. Aspirò il suo odore e il suo profumo piangendo in silenzio mentre One le passò le braccia attorno alla vita stringendola dolcemente.

"Grazie..." Gli sussurrò in un orecchio.
"Per cosa?" chiese lui accarezzandole la schiena.
"Per tutto quello che hai fatto per me fin'ora".

Sentii un sospiro dietro la maschera, forse sorrideva, chi poteva dirlo? Continuava ad accarezzarla piano, per non spaventarla.

"Per me è stato un piacere. Dal primo momento che ti ho visto sapevo che mi sarei preso cura di te"
Hex sospirò forte stringendolo ancora più a sé. "Vorrei ricambiare... Ma porti una maschera... Vorrei..." Non sapeva nemmeno lei come dirglielo, nonostante tutta la violenza, il dolore e le sevizie che l'avevano resa insensibile, voleva baciarlo. Ma non sapeva come chiederlo. Ma One capii le sue intenzioni.

"Solo se lo vuoi veramente e non solo per sdebitarti" le disse.
"Lo voglio sul serio".

Lui si staccò  da lei per guardarla nuovamente in viso,  lo sguardo di One si era fatto scuro. Voleva capire se faceva sul serio o se era solo un gesto dettato dalla gratitudine.

"Va bene, chiudi gli occhi e non li aprire finchè non te lo dico io".
Hex chiuse gli occhi nonostante sapesse che così i ricordi che la tormentavano si sarebbero fatti più forti. Sentii One farsi vicino, un fruscio le fece capire che si era tolto la maschera, sentiva finalmente il suo respiro sulla sua pelle e poi il tocco leggero delle sue labbra morbide sulle sue. All'inizio fu quasi titubante, come se non baciasse da chissà quanto tempo, poi si lasciò andare e la baciò con trasporto.
Il bacio di One spazzò via i suoi incubi come il vento d'estate scaccia le nuvole del temporale. Sentii il suo cuore battere forte attraverso la stoffa della sua divisa nera mentre la baciava ancora più profondamente, quasi con disperazione, affondando le mani nei suoi capelli. Forse aveva anche lui dei demoni da scacciare che lei non conosceva.
Quando si staccò, la strega aspettò un attimo prima di aprire gli occhi per dare il tempo a One di rimettersi la maschera. Cominciò a tremare, nel momento in cui l'aveva lasciata andare sentii freddo e i fantasmi tornarono a tormentarla.

"Puoi riaprire gli occhi". Le disse.

Hex riaprii gli occhi, arrossì e fece un mezzo sorriso, non si ricordava di essersi mai sentita così, come una ragazzina al suo primo appuntamento. One tornò ad abbracciarla allontanando di un po' i suoi fantasmi. "Tutto bene? Stai tremando...".

"Sì, tutto bene. Grazie". Sorrise, non si ricordava nemmeno di riuscire a farlo.
"Sarà meglio andare, è quasi ora di cena".

Lei lo lasciò a malincuore. "Va bene". Capii che in fondo che faccia avesse One era poco importante, dopo tutte le emozioni che era riuscito a regalarle, ma sopratutto per il fatto che per un attimo aveva guarito il suo dolore.
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