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Il Mondo Inverso- Capitolo 5

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L'indomani mattina Hex era già sveglia quando entrò One nella sua camera. Non sapeva bene perchè ma era ansiosa di vederlo, forse perchè era l'unica sua compagnia in quel posto desolato, cominciava a star bene ed era annoiata da quella camera triste. Ma One non era solo, con lui c'era un uomo che non aveva mai visto: era alto, magro con i capelli lunghissimi neri. Non portava nessuna maschera però aveva il volto dipinto di bianco, nero e rosso. Indossava un gilè in gessato e un paio di pantaloni stracciati, con sé aveva una valigia rigida con le ruote.
Entrò in camera superando One e si sedette sul bordo del letto.

"Ciao tesoro, io sono Thirteen e ho qualcosa che potrebbe piacerti..." Le disse con un sorriso cattivo. Lei si rintanò sotto le coperte, quel tipo la metteva a disagio, preferiva gli altri mascherati.
Thirteen si alzò dal letto e aprì la valigia sul pavimento, mentre One si avvicinava. Cominciò a tirare fuori vestiti, calze, biancheria di ogni genere buttandola sul letto poi si mise a scegliere per lei passando gli abiti a One. Scelse la biancheria, delle calze a righe grigie e nere, una vaporosa gonna , un top in pizzo e una giacca vittoriana oltre ad un paio di stivaletti.

"Credo che per uscire da qui questi possano andare bene" le disse facendole l'occhiolino.
One lo guardò da dietro la pila di abiti che reggeva.

"One dà un occhiata, magari trovi qualcosa che ti piacerebbe che lei indossasse per te..." sussurrò lascivo Thirteen.  
One non gli rispose, posò i vestiti al fondo del letto e incrociò le braccia.

"Ma come siamo permalosi!" gli disse ridendo Thirteen. Poi guardò Hex nascosta ancora sotto le coperte. "Fammi sapere se ti vanno bene, così te ne procuro altri. Intanto ho un regalo per te..."e tirò fuori dalla valigia un bastone nero con un teschio d'argento in cima.
Chiuse la valigia e se ne andò lasciandoli soli.

"Ti lascio vestirti con calma, io sarò fuori dalla porta" le disse One uscendo.
Hex prese gli abiti da in fondo al letto e, con una certa difficoltà, tentò di vestirsi. Si fermò alla gonna, non riusciva a infilarsi il top dalla testa con la mano e il braccio che le facevano male. Chiamò One un paio di volte, l'uomo mascherato si affacciò dalla porta.

"Sei pronta?"

"No, ho bisogno di una mano" rispose lei con il top mezzo infilato addosso.
One la raggiunse, e con delicatezza, l'aiutò a vestirsi. Hex si appoggiò a lui come faceva sempre e lui le mise un braccio attorno alla vita per sostenerla.

"Sei pronta per uscire?" le chiese.
Lei annnuì e lentamente uscirono dalla stanza, con Hex  che si appoggiava al bastone e a One per camminare. Percorsero il corridoio fino ad uno stranissimo ascensore meccanico. Dentro la cabina Hex si guardò attorno.

"Ma l'energia di questo posto da dove arriva?"
"C'è una centrale geotermica nel cuore di questo posto e dà energia a tutta la città".

Arrivarono al piano terra, le porte dell'ascensore si aprirono in una hall ampia, in marmo, con una reception in un angolo e un ingresso con vetrate a piombo che davano sull'esterno.
One e Hex uscirono, non c'erano molte persone, un paio di infermiere e Eight che parlava con una di loro.

"Bene, vedo che siamo pronte per uscire da qui!" le disse girandosi verso di loro.
Le sorrise un po' timida, sul volto aveva ancora i segni delle violenze subite. Eight le spostò una ciocca di capelli dietro un orecchio.

"Vedrai che andrà tutto bene, One si prenderà cura di te finchè ne avrai bisogno" il suo tocco era rassicurante.
Lei gli toccò la mano per ringraziarlo, poi con One si allontanò verso la porta d'ngresso.
Zero arrivò in quel momento nella hall uscendo dall'ascensore e li guardò passare, poi si rivolse a Eight.

"Che carini che sono insieme".

Le grandi porte dell'ospedale si aprirono al loro passaggio mentre venivano investiti dall'aria calda esterna. L'edificio era in una zona sopraelevata quindi dalla scalinata che portava all'ingresso si vedeva una buona parte della città . I palazzi erano tutti dello stesso stile, squadrati, con figure stilizzate in pietra a decorarli. Il colore predominante era il sabbia insieme al grigio e le strade erano lastricate da pietre dello stesso colore. Ad illuminarla un eterno crepuscolo.

"Ma c'è il sole? Ma non siamo sottoterra?" chiese Hex a One mentre scendeva i gradini.

"Sì siamo sottoterra ma un sistema di specchi e luci crea questo effetto crepuscolo. La stazione di comando che controlla tutta la città gestisce questa specie di sole artificiale, in modo da poter creare il giorno e la notte come in superficie".

Arrivarono sul marciapiede, incrociarono qualcuno, non molta gente. Una donna in abiti vittoriani con un cagnolino minuscolo, un signore di mezza età con dei dread lunghissimi, un'automobile che non faceva rumore, molto probabilmente elettrica. Hex guardava le persone che incrociavano stupita .

"Sono tutti strani qui..." commentò, poi si voltò a guardare One che con la sua maschera bianca e nera. Rendendosi conto di aver detto una sciocchezza arrossì.
I lampioni per strada cominciarono ad accendersi con un ronzio metallico, One arrivò fino ad una palina dove si trovava un telefono e schiacciò un tasto per poter chiamare.

"A chi stai telefonando?" chiese lei incuriosita.

"Non possiamo farcela a piedi fino a casa mia. Ho chiamato un taxi".

Mentre aspettavano sul marciapiede, un aereonave passò sulle loro teste. Era il Maggot di ritorno da qualche missione.
Hex lo guardò meravigliata. "Ma tutto ciò chi l'ha costruito?"

"Non lo sappiamo. La storia narra di alcune persone che scappavano dalle persecuzioni e che hanno trovato questo posto per caso. C'è un immensa biblioteca qui in città, il problema è che molti libri contenuti sono scritti in una lingua che non conosciamo".

Arrivò un' auto piuttosto curiosa, con i meccanismi del motore attorno alla carrozzeria, e alla guida un ragazzo con una tuba. One fece salire prima Hex poi diede l'ordine di andare alla stazione.

"E' presto, ti faccio fare un giro in città"

Arrivarono in pochi minuti all'aereostazione, un complesso monolitico enorme, a più piani, la scalinata che portava all'ingesso era enorme, tantè che c'era un elevatore meccanico da un lato per chi voleva evitare le scale. Salirono su quest'ultimo con Hex che si sedette su una delle panche di legno che si trovavano sull'elevatore. Guardò One, che stava in piedi davanti a lei ma con lo sguardo rivolto verso l'enorme struttura. L'aria calda della città gli scompigliava i lunghi capelli scuri. Si chiedeva chi si nascondesse sotto quella maschera, era stato così gentile con lei in quei giorni di malattia e il fatto che lu si sarebbe occupato di lei anche fuori dalla clinica le dava un senso di sicurezza nonostante fosse ancora perseguitata dai suoi demoni.
Arrivarono in cima alla grande scalinata in pietra ed entrarono della hall, immensa, con enormi statue stilizzate a decorare le pareti. C'erano delle biglietterie al fondo ma non c'erano bigliettai o altre persone all'infuori di One ed Hex.

"C'è pochissima gente o è solo una mia impressione?" chiese.
"purtroppo siamo in pochi, la maggioranza delle persone abitano in città e non si spostano da lì. Nessuno esce in superficie a parte noi e un'altra squadra".

Uscirono allo scoperto, dove si trovavano le piste di atterraggio per le aereonavi. Il Maggot era appena atterrato vicino ad un hangar, One si diresse verso quella direzione, Seven stava scendendo dall'aereonave con Four e Five.

"Tutto bene ragazzi?" chiese mentre si avvicinavano.

"Sì, ma ripartiamo subito. Thirteen e i suoi hanno devastato una base con un magazzino strapieno e la loro aereonave non ce la fa con tutto quel carico" gli rispose Seven.

"Avete bisogno di una mano?"

"No, occupati della tua ragazza" gli rispose burbero Seven. Five ridacchiò. Se One era in imbarazzo non si poteva vedere per via della maschera.

"Allontanatevi!" urlò imperioso Four ritornando a bordo. One e Hex si spostarono mentre l'aereonave si metteva nuovamente in moto.
Ok, the fifth chapter. To this is directly connected to the one shot that I have already published.
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