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Il Mondo Inverso- Capitolo 4

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Cristineorkan's avatar
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I giorni sembravano interminabili e proseguivano uguali. One le portava da mangiare a pranzo e alla sera ci pensava un'altro degli Otto, non diceva mai nulla, si limitava a mangiare cosa le mettevano sotto il naso ma non rivolgeva mai loro la parola nonostante cercassero di farla parlare.

Un pomeriggio Eight decise di passare a trovarla anche se l'aveva visitata al mattino. Entrò nella camera, lei era addormentata o perlomeno, aveva gli occhi chiusi, si avvicinò e tanto per fare qualcosa, prese la sua cartella clinica appesa al fondo del letto. Lei aprì gli occhi e lo guardò. Eight la fissò un attimo ma non disse nulla, si guardarono per un po', la ragazza sembrava non avere lo sguardo spaventato come agli inizi, evidentemente si era abituata al loro aspetto grottesco.
Mormorò qualcosa ma Eight non capì, quindi si avvicinò a lei chinandosi per sentirla meglio.

"Perchè portate le maschere?"

Eight si tirò su. "Queste? Sono solo una precauzione, in caso ci catturassero, nessuno di noi sa il nome o che faccia hanno gli altri e poi ci permettono di andarcene in giro nel mondo di sopra senza farci riconoscere quando non le indossiamo".

"Mondo di sopra?" chiese lei non capendo.

"Sì, in questo momento ti trovi sottoterra. Noi questo posto lo chiamiamo il Mondo Inverso. Non so chi e quanto tempo fa, vagando per le montagne ha trovato l'ingresso per questo posto fantastico. Io sono nato qui, mentre alcuni di noi provengono dal mondo esterno".

Lei lo guardò un po' diffidente, non capiva se la stava prendendo in giro.

"Appena sarai in grado di camminare ti facciamo fare un giro in città, così ti renderai conto di persona che ti sto dicendo la verità".

Lei annuì. "Voglio alzarmi" disse sospirando.

"Domani mattina vediamo com'è messa la tua caviglia e poi vediamo il da farsi ok?"

Fece per uscire poi si fermò. "Sai cosa dovresti fare? Pensa un nome che ti piacerebbe avere, siamo un po' stufi di chiamarti ragazza".

"Va bene..." sussurrò lei.

Il mattino dopo Eight tornò a farle visita, con lui c'era One che spingeva una sedia a rotelle, entrarono nella stanza mentre la ragazza era ancora addormentata, ma quando si avvicinarono lei aprì gli occhi.

"Bene ragazza, oggi ci facciamo un giro" le disse Eight scoprendola, prendendola fra le braccia prima che lei potesse protestare e la posò sulla sedia a rotelle.
One la spinse fuori dalla camera lungo il corridoio.
"Dove stiamo andando?" chiese lei apprensiva.
"Oggi facciamo un po' di fisioterapia, vediamo di rimetterti in piedi" le rispose Eight mentre percorrevano il lungo corridoio. La ragazza si guardò attorno nervosamente, non vedeva nulla oltre alle porte come quella della sua camera, e non incrociarono nessuno.

"perchè non c'è nessuno?" guardò Eight dal basso verso l'alto.

"Siamo a corto di personale..." gli rispose laconico mentre apriva una porta. One la spinse dentro e mise il fermo alla sedia a rotelle.
La camera era abbastanza spoglia, a parte un lettino e dei mobiletti contro la parete di fondo, dipinta di un verde slavato scrostato in alcuni punti.
"Bene, ti lascio nelle capaci mani di One, appena torno ti voglio in piedi" e se ne andò lasciandoli soli.
La ragazza non si sentiva affatto a suo agio, aveva addosso solo una camiciola color avorio che le arrivava appena sopra il ginocchio ed era in compagnia di un uomo che indossava una maschera inquietante. A differenza di quella di Eight che sì era spaventosa, ma lasciava scoperta la bocca mostrando un pezzo della faccia dell'uomo che la portava, quella di One lasciava scoperti solo gli occhi e non aveva espressione. Le labbra dipinte di nero non erano né tristi, ne felici e i graffi sotto  e sopra gli occhi gli davano un'aria decisamente drammatica.
One si avvicinò ad uno degli armadietti e l'aprì tirando fuori due stampelle poi le si avvicinò.

"Proviamo con queste?" le chiese.
Lei mise i piedi per terra, una delle sue caviglie era ancora gonfia e bendata ma facendo leva sui braccioli provò ad alzarsi. Dopo giorni di letto rimettersi in piedi le semprò uno sforzo immenso. One le passò le stampelle una per volta mentre faceva attenzione che non cadesse. La ragazza se le sistemò goffamente ma alla fine si trovò in piedi, cosa che non pensava di riuscire a fare.
One stava davanti a lei in caso fosse caduta. "Bene, ora prova a camminare".
La ragazza fece un respiro profondo e provò a muoversi, appena provò a fare un passo muovendo le stampelle, perse l'equilibrio e cadde in avanti con un gridolino. One la prese al volo stringendola contro di sé. Lei si aggrappò a lui lasciando cadere le stampelle, era la prima volta che finiva tra le braccia di un uomo che non tentava di torturarla.

"Tutto bene?" le chiese con il suo tono gentile.
Lei annuì con la testa contro la sua spalla.
"Riproviamo?"
"va bene"
Appena lei riprese l'equilibrio, One si chinò a raccogliere le stampelle. Risistemate al loro posto, la ragazza tentò di fare di nuovo un passo. Questa volta One la tenne per i fianchi per non farla cadere.
Riuscì a fare un paio di passi tentennando, poi cominciò ad acquistare sicurezza. Dopo una buona mezz'ora riusciva a fare il giro della stanza, sempre seguita da One, proprio quando pensava di essere ormai capace perse di nuovo l'equilibrio cadendo in pieno di faccia contro il torace di One. In quel momento entrò Seven, si fermò sulla porta ad osservare la scena. Lei alzò la testa dal petto di One mentre lui l'abbracciava per non farla cadere.

"Quando avete finito di giocare, Eight vi vuole entrambi nel suo ufficio" disse severo e se ne andò.
One la riaccompagnò verso la sedia a rotelle e dopo averla aiutata a sistemarsi la portò fuori dalla stanza.
Non si dissero una parola per tutto il tragitto, One era molto premuroso nei suoi confronti ma di poche parole e lei si sentiva a disagio a parlare con qualcuno che non vedeva in viso.
L'ufficio di Eight in realtà era uno stanzino arredato con una vecchia scrivania, tre sedie e uno scaffale pieno di documenti. Eight li stava aspettando guardando fuori dalla finestra a forma di oblò che dava all'esterno in compagnia del gigantesco Seven. La ragazza provò l'irresistibile tentazione di affacciarsi, ma One teneva la sedia a rotelle e Seven, a braccia incrociate, non aveva un aspetto rassicurante. One la fermò proprio davanti alla scrivania impedendole di vedere il paesaggio poi si sedette accanto a lei.

"Allora? Come andiamo?" chiese Eight a One.

"Bene, riesce già a camminare con le stampelle" gli rispose.

"Perfetto!" Eight si sedette dall'altra parte della scrivania. Poi si rivolse a lei "Ti dimetterò presto, intanto ho chiamato Thirteen, ti procurerà dei vestiti e quello che ti può servire per vivere qui fuori, poi bisognerà trovarti una casa..."

"Potresti ospitarla a casa tua finchè non si ambienta..." disse Seven rivolgendosi a One. Eight non capii la battuta del suo compagno però gli parve una buona idea, alla ragazza serviva una guida, qualcuno che le spiegasse come funzionavano le cose nella loro città e un posto dove stare ed One viveva solo in un appartamento enorme in centro.

"Mi sembra un' ottima idea, sempre se One è d'accordo". Guardarono l'uomo seduto sulla sedia accanto alla ragazza che si voltò a guardarla.
"Se a lei sta bene, sì"

Lei non sapeva se era una buona idea andare a vivere a casa di una persona che non conosceva nemmeno, però non voleva rimanere da sola in un posto completamente estraneo quindi annuì a One.

"Siamo d'accordo! Una volta che avrai preso confidenza con le stampelle te ne potrai andare da qui. A proposito, prima che mi dimentichi, ti sei trovata un nome?"  le disse Eight.
Lei se ne era completamente dimenticata. "No... Dove mi tenevano richiusa mi chiamavano la strega, non mi è venuto in mente nient'altro..."
"Beh, non è un nome..."
"Non lo sono nemmeno i vostri..." gli fece notare.
"non hai tutti i torti, ti chiameremo Hex allora"
One si alzò e portò fuori la ragazza, quando arrivarono nella sua camera mentre lui le dava una mano a sistemarsi a letto, lei lo fermò toccandogli un braccio. Erano abbastanza vicini da poter vedere i suoi occhi azzurri dietro la sua maschera.
"Tu sei d'accordo che venga a stare da te?"
"Certo, vivo in una casa enorme, potrai stare da me finchè vorrai" gli rispose lui accarezzandole la testa.

"Grazie, sei molto gentile..."
Lui le rimboccò le coperte prima di allontanarsi. "Ci vediamo domani" le sussurrò.
Ok, I've written a little ride, excuse the mistakes but I have not had time to read it carefully. Perhaps the figure of One is a little too romantic ... I hope you like it!
© 2012 - 2024 Cristineorkan
Comments1
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TheFawnFlying's avatar
:iconiloveyouplz: meraviglia questo pezzo.