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GHOUL OF MY DREAMS Capitolo 9

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Cristineorkan's avatar
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Me ne andai con i ragazzi praticamente svenuti sul letto del motel. Volevo lasciarli soli per un po', pensando che la giornata appena trascorsa era stata un po' troppo estrema per loro.
Il sole stava cadendo dietro le case lasciando una scia rossa dietro di sé e io mi sedetti su una panchina del piccolo cimitero del posto. Nulla di particolarmente bello, le tombe erano tutte uguali , ordinate in fila mentre sul fondo si trovavano le colombaie per i loculi. Aspettavo un segno. L'incidente del pomeriggio non sapevo come considerarlo. Una casualità, che sapevo benissimo non esistevano? O cos'altro?
Le ombre della sera finalmente si allungavano attorno a me mentre sentivo le mie ossa e la mia carne tornare finalmente al loro posto. Come al solito mi seccava aver rovinato l'ennesimo capo di vestiario ma ormai ci avevo fatto l'abitudine, prima di uscire avevo indossato un top di pizzo piuttosto scollato e sopra la giacca in pelle che avevo usato per nascondere la ferita.
I segni si facevano attendere. Aspettai la sera con il suo carico di stelle ma non si mosse nulla. Nel buio vedevo i lumini accesi delle tombe, sentii ridere una bambina, ma in un cimitero era una cosa piuttosto normale. All'improvviso qualcosa vibrò in una delle tasche del mio giubbotto.
Mi chiesi da quando avessi un telefono e quando lo trovai, vidi che era quello di Joe e che Nathan mi stava chiamando. Chissà quando me lo aveva infilato in tasca.

"Hai intenzione di tornare o stai fuori tutta la notte?" la voce stanca di Joe mi giunse nelle orecchie.
"Volevo lasciarvi tranquilli per un pò" risposi.
"Nath è uscito a comprare da mangiare, noi siamo qui. A proposito, è inutile nascondere il Whisky nella tua valigia, l'abbiamo trovato lo stesso. Belle mutandine però...".
"Cerca di non indossare la mia roba"
"Tranquilla, di solito è Nath che lo fa, non io!" rispose ridendo.
"A dopo" e chiusi la conversazione.

Decisi di ispezionare i loculi al fondo del cimitero, passai in rassegna tutte le tombe, accarezzando il marmo bianco alla ricerca di uno straccio di segno ma niente, questa volta si facevano desiderare. Ormai erano calate le tenebre e cominciavo ad essere un po' stufa...
Il telefono tornò a vibrare. Tirai fuori il cellulare dalla tasca e vidi un mms in arrivo da parte di Nathan. Una foto? Aprii il messaggio... Rimasi letteralmente a bocca aperta.. Nella foto c'era Joe ripreso dall'alto, con il suo sorriso sfrontato stampato sul volto, a dorso nudo e con una mano... Infilata nei pantaloni.
Appoggiai la testa contro uno dei loculi. Lo spavento del pomeriggio a quanto pare era già passato, oppure era l'effetto del Whisky.
Un altra vibrazione. Un altro messaggio. Giurai che se era un'altra foto avrei chiamato Joe per dirgli dove poteva ficcarseli i suoi mms. Ma a questo giro la porzione di pelle candida priva di tatuaggi e il ciuffo di capelli scuri che s'intravvedevano nello scatto non erano suoi. Era Nathan, e la foto che si era fatto non lasciava nulla all'immaginazione. Rimasi a bocca asciutta. Il ragazzo era armato pesante, decisamente pesante. Ma cosa gli era preso a questi due??
Cercai il numero di Nath e telefonai. Dopo una decina di squilli mi risposero entrambi ridendo, dovevano avere il vivavoce attivato.

"Ma siete impazziti?!" chiesi.
"Era per ringraziarti per oggi! Se non era per te Nath a quest'ora era uno spiedo in un obitorio" mi disse la voce squillante di Joe.
"E questo lo chiami ringraziare?"
"Eddai, scherzavamo! Torna qui che ci stiamo annoiando".
Mi sembrava di avere a che fare con dei bambini dell'asilo. "Ragazzi..."
"Dove sei? Sei fuori da un sacco di tempo!" brontolò Joe.
"Sono in un cimitero..."
La voce profonda di Nathan invase il mio orecchio. "Se lì da quanto? Quattro ore? Quindi ora torna qui a tenerci compagnia".
Nathan non aveva tutti i torti, ero lì da ore e non avevo risolto nulla. L'idea di ritornare al motel e godermi la compagnia di quei due matti si fece irresistibile.
"Ok, arrivo" risposi. Grida di esultanza dall'altra parte della cornetta.
Staccai la chiamata e mi avviai verso l'uscita. Non avevo idea di che cosa mi stesse aspettando.

Arrivai al motel, la notte era limpida e fresca. I due erano seduti per terra sul tappeto a bere birra, Joe con l'ennesima sigaretta in bocca e Nathan con attorno a sè diverse bottiglie vuote.
Sembrava stessero giocando al gioco della bottiglia.

Ridendo, Joe mi guardò. "Finalmente! Eravamo stufi di giocare da soli!".
Misi le mani sui fianchi. "E le foto che mi avete mandato? Ne vogliamo parlare?".
I due si guardarono in faccia, poi scoppiarono a ridere. Erano decisamente ubriachi.
"Dimmi che non hai gradito..." Mi disse sornione Joe. Se non avesse avuto quell'adorabile faccina l'avrei preso a schiaffi.
Li guardai con disappunto, ma molto probabilmente avevo la stessa espressione che hanno i gatti quando stanno cagando, visto che scoppiarono a ridere di nuovo.
Joe mi guardò per un attimo seriamente. "E la... ferita?"
In risposta mi tolsi il giubbotto in pelle mostrandogli la mia generosa scollatura. Non avevo più un segno. Se non avesse avuto le orecchie, avrei detto che a Joe il sorriso avrebbe fatto il giro della testa. Allungò una mano per toccarmi dove prima avevo la ferita.

"Sei perfetta..."
"Dai, siediti con noi e gioca" mi disse Nathan toccando il tappeto vicino a lui e distraendo Joe.
Mi tolsi i New Rock e mi sedetti a terra, ormai la nottata era andata quindi tanto valeva far passare il tempo. "Cosa state giocando?" chiesi non troppo convinta.
Joe buttò la sigaretta in una bottiglia vuota. "Obbligo o Verità, ma in due è veramente noioso" e fece girare la bottiglia. Si fermò indicando Nathan.
"Ma no! Ma di nuovo!" brontolò e tirò giù un sorso di birra.
Joe rise sguaiato "Obbligo o Verità?".
"Verità..."
Joe sghizzazzò. "Ti sei divertito a mandare la foto a Lenore?"
Scese un silenzio imbarazzato. Nath chinò la testa facendo cadere in avanti i suoi bellissimi capelli nascondendo il viso. Assomigliava vagamente al cugino It della Famiglia Addams. "Guarda che se non rispondi pagni pegno!" chiocciò Joe.
Nath mi lanciò un'occhiata furtiva da quella cortina di seta. "Sì" e tornò a nascondersi tra i suoi capelli. Poi cominciò a ridere seguito a ruota da Joe. Io li guardavo entrambi, mi sembravano due pazzi. Non capivo il senso di tutto ciò, forse per loro era un modo grossolano per mettermi in imbarazzo. Purtroppo con me certe cose non funzionavano, il pudore l'avevo lasciato nella tomba insieme ad un altro paio di cosette.

Nathan fece girare la bottiglia che indicò me. Lui si tirò su facendo di nuovo spuntare il suo viso dai capelli e si schiarì la voce.
"Obbligo o Verità?" mi chiese.
"Verità" volevo evitare proposte strane da parte di quei due.
"Hai mai fatto sesso da morta?". Me lo chiese con lo stesso tono con cui mi avrebbe chiesto che tempo c'era fuori. Ecco, uno evita l'obbligo per non dover sottostare alle richieste di due ubriachi molesti e poi si ritrova a rispondere a certe domande...
"No".
"Ma dai, non ci credo!" Mi rispose Joe cercando di recuperare un pacchetto di sigarette dal bordo del letto.
"Perchè avrei dovuto fare sesso? Sono morta, non ricordi?".
Mi guardarono entrambi con un espressione incredula. "Sei morta quindi non provi più nulla giusto?"
"Non è esatto... Provo ancora emozioni...". Sì, l'eccitazione, della caccia, la rabbia sorda di quando arrivavo in ritardo, l'odio profondo che avevo per coloro che stavo per uccidere, l'esaltazione del sangue che sgorga da una carotide squarciata... Ma non erano cose che potevo raccontare a loro.
"Ma non hai mai provato?" insistette Joe.
"Assolutamente no. Non frequento nessuno di solito e non mi è mai passato per la testa". presi la bottiglia e la feci girare chiudendo così il discorso. Di nuovo io. Chiusi gli occhi e sentii Joe fregarsi le mani. "Ok... Obbligo".
"Come Obbligo? Ma poi non dovrei decidere io?" Protestai. Che cavolo aveva in mente?
Joe sorrise come un pazzo, era adorabile ma lo trovavo pericoloso in quel frangente. Pericoloso per se stesso.
"Voglio toccarti una gamba".
Nathan lo guardò a bocca aperta. " Ma perchè scusa?".
Joe era decisamente sfacciato. "Voglio sentire se è fredda come dice in continuazione".
"A me sembra una scusa- Nath scoppiò a ridere- Sei un pervertito Joe!".
"No, non è vero! La mia è curiosità scientifica!" Tentò di difendersi poi guardò me con il suo sguardo scuro.
Allungai un piede verso di lui. Indossavo delle calze a rete a maglia larga. "Sono gelata, senti un po'...".
Joe non perse l'occasione e mi prese il piede con le sue mani bollenti. "Mhmmm... Un sacco di ragazze hanno i piedi gelati..." e spostò le mani sul polpaccio. Nath sembrava a disagio e beveva nervosamente dalla sua bottiglia.
Joe si tirò su e allungò le mani fino al mio ginocchio. Alzai una mano. "Mi sembra che così possa bastare".
"Ho detto la gamba, non ho specificato in che punto" e passò sopra il ginocchio guardandomi e con il suo sorriso che si allargava man mano che allungava le mani.
"Allora?" chiesi.
"Effettivamente sei fredda... Ma c'è un punto che è sempre caldo..." sogghignò tentando di arrivare sotto la mia gonnellina. Gli presi un polso nella mia morsa d'acciaio. Joe spalancò gli occhi, molto probabilmente non si aspettava da me una forza del genere.
"Direi che basta così. Tu che dici?"
"Sì, Joe, lascia perdere che stai esagerando..."
Con la faccia contrita tornò a sedersi al suo posto. "Però è vero, sei fredda. E non mi sto solo riferendo alla tua temperatura...".
Girai la bottiglia e questa volta indicò proprio Joe. "Verità: Sei sempre così stupido o hai dei momenti di lucidità?" gli chiesi.
Nathan scoppiò a ridere, Joe ci guardò entrambi alternativamente con una faccia tristissima. "Ma io non sono stupido...".
Incrociai le braccia. "non è una risposta la tua. Ora paghi pegno".
La faccia di Joe assomigliava sempre di più all'urlo di Munch. Nathan si stava rotolando dal ridere sul tappeto.
"Questa ti seppellisce Joe!" gli disse tra le risate poi guardò me. "Ops, scusa, non era voluto!".
Sorrisi, se Joe voleva giocare, bene, avrebbe trovato pane per i suoi denti. Anche se, in questo caso, il pane era un po' stantìo.
"Spogliati e fai un giro di corsa attorno al motel" dissi perentoria e con il tono più serio possibile.
Rimasero un attimo in silenzio entrambi, come se fossero stati congelati, Nathan si era bloccato un attimo prima di bere e Joe con un espressione stupita sul volto.
"No, no un momento... Così non vale".
Nathan scoppiò a ridere, rideva talmente che gli vennero le lacrime agli occhi. "No, non hai risposto alla domanda, paga pegno!"
"Ma pure tu contro di me?" lo accusò l'amico mentre si alzava in piedi. Joe si tolse la maglietta che portava facendo tintinnare le collane che aveva al collo e me la lanciò addosso. La presi al volo posandomela in grembo e appoggiai i gomiti sulle ginocchia. Volevo godermi lo spettacolo.
Joe aveva capito e con una lentezza esasperante si slacciò la cintura avvicinandosi un po' a me. "Spero che mi lascerai almeno i boxer e gli anfibi, non ho voglia di piantarmi qualcosa nei piedi".
"Va bene" gli risposi io guardandolo dal basso. Joe si tolse i New Rock poi si slacciò i pantaloni e se li tolse lanciandomeli, rimanendo in boxer davanti a me e a Nathan che ci osservava in silenzio.
Mi alzai in piedi tenendo i suoi abiti. "Ok, ora fuori".
Urlando Joe uscì dalla porta bestemmiando per il fresco, la sua pelle era ancora più candida in contrasto con le tenebre esterne.
"Dai che se sei fortunato non ti vede nessuno!" Gli urlò dietro Nathan e Joe partì allargando le braccia mentre correva.
Mi misi a ridere, era una scena comica come da anni non ne vedevo, come da quando ero ancora viva. Rideva anche Nathan che mi mise un braccio attorno al collo per reggersi in piedi.
Aspettammo sulla porta il ritorno di Joe.
"Pensa se lo vede una volante della polizia" mi disse Nathan girandosi verso di me. Lo guardai nei suoi meravigliosi occhi azzurri e iniziai a ridacchiare, sarebbe stata una scena esilarante.
Poco dopo tornò Joe nella direzione opposta da dove si era allontanato.
"Sono stato importunato da un travestito!" urlò. Noi lo lasciammo passare mentre entrava di corsa in camera.
Si fiondò su i suoi vestiti che avevo abbandonato sul letto. Nathan gli passò la birra che teneva in mano.
Joe cominciò a saltellare sul posto, Poi tirò una golata alla bottiglia che gli aveva passato Nath.
"Così mi scaldo un pò" mi disse facendomi l'occhiolino.
"Bene, credo che per sta sera abbiamo dato" esordì Nathan posando la bottiglia su uno dei mobili della stanza.
"Ma no, io mi ero appena scaldato!" brontolò Joe.
Li lasciai ai loro battibecchi e mi sistemai sulla poltrona della stanza. Loro continuarono a scherzare e a ridere entrando e uscendo dal bagno, come se si fossero dimenticati di me. Meglio così, se ne sarebbero andati a letto lasciandomi tranquilla.
Joe fu il primo a buttarsi sul letto , al centro, senza nemmeno infilarsi sotto le coperte, mentre Nathan cercava di spostarlo per avere la sua parte libera.
All'improvviso, si voltò verso di me.
"Che ci fai lì? Non vieni a letto?".
"Non ne ho bisogno, sto bene qui".
Si spostò su un fianco per guardarmi meglio "Come non ne hai bisogno? Vieni a tenerci compagnia!". Nathan, nel frattempo ne aveva approfittato per infilarsi sotto le coperte dal suo lato.
"Ti ricordo che non ho bisogno di dormire"
"E chi ha parlato di dormire!" il suo sorriso si allargò sul viso pallido.
Incrociai le braccia. "Smettila...".
Nathan prontolò da dietro la schiena di Joe. "Ne ho le palle piene dei vostri giochini, lasciatemi dormire...".
Joe si alzò per potersi mettere sotto le coperte anche lui. "Se cambi idea sai dove trovarci...".
Chiusi gli occhi e non mi mossi più, ero solo un cadavere sistemato su una poltrona, ma sentivo ancora lo sguardo di Joe addosso, molto probabilmente sperava che mi spostassi sul letto ma, nonostante la cosa mi tentasse, non avevo intenzione di dargli questa soddisfazione.
Poco dopo li sentii scivolare tra le braccia di Morfeo, riaprii gli occhi e mi stupii di nuovo, del fatto che nel sonno avessero un espressione così innocente, con Nathan che sembrava persino un bambino perduto chissà dove.
Mi voltai verso la finestra per aspettare l'alba, chiedendomi se era quello che dovevo fare veramente, andare in giro con due adorabili scappati di casa.
Chapter Nine, I wanted to put a funny scene, I hope to be able to make you smile.
© 2012 - 2024 Cristineorkan
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