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GHOUL OF MY DREAMS Capitolo 10

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Sorse un sole già stanco in una mattinata che si preannunciava uggiosa. M'infilai sotto la doccia, aprendo l'aqua bollente e lasciandola scorrere tra i miei riccioli e sulla mia pelle fredda.
Mentre ero avvolta in una nuvola di vapore, sentii la porta del bagno aprirsi, sapevo che era Nathan quello appena entrato nella stanza. Avevo notato che era sempre il primo a svegliarsi tra i due. E si era alzato presto, di solito facevo in tempo ad uscire per recuperare la colazione. Mi piaceva prendermi cura di loro anche se non sapevo bene il perchè. Però mi divertiva vedere le loro facce sorprese.

"... 'Giorno..." mugugnò.

Mi raggiunse il rumore dello sciacquone del water e poi, inaspettatamente, la tenda della doccia si aprì. Nath entrò dentro, nudo, spingendomi in un angolo e piazzandosi sotto il getto d'acqua lamentandosi per la temperatura.

"Ma porcamiseria! Ma hai intenzione di lessarti??" disse mentre smanettava con i rubinetti.
"Ma perchè sei entrato nella doccia? Ci sono io!" brontolai. Era la prima volta che lo faceva.
"Perchè finisci l'acqua calda tutte le volte e io sono stufo di lavarmi con l'acqua gelida" rispose guardandomi con la sua solita espressione imbronciata.

Aveva ragione, non sentendo il dolore tendevo a lavarmi con l'acqua bollente, così la consumavo tutta in poco tempo. Nathan cominciò a lavarsi la testa e io che volevo uscire non potevo con lui davanti. Iniziammo una specie di buffo balletto con la sottoscritta che tentava di uscire da lì e lui che cercava di impedirmelo.

"Mi fai uscire?"
Nat mi lanciò un'occhiata strana. "Qualcosa non va?"

Lo guardai senza capire, già la sera prima i ragazzi mi erano sembrati un po' strani, con quelle battute a doppio senso e Joe che mi aveva toccato una gamba con la scusa che era curioso di sentire se ero fredda come dicevo. E adesso Nat mi aveva bloccato nella doccia con lui. Non ero molto sveglia in questo genere di cose nemmeno quand'ero in vita, figurarsi adesso che ero morta.
Avevo la sensazione che qualcosa era cambiato.

"Beh, io non ne ho più bisogno quindi ti lascio la doccia"
"potresti lavarmi la schiena..."
"Potresti lavartela da solo..."

Ma ci stava provando? I suoi occhi azzurri erano imperscrutabili nell'ombra della doccia. Ma si rendeva conto che con uno spintone potevo scaraventarlo fuori da lì e schiantarlo contro il muro di fronte? Eppure non mi sembrava ubriaco da non rendersene conto, anche se la sera precedente aveva bevuto un sacco come al suo solito.
E poi fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata. Mi abbracciò.
Ero scioccata? No, impossibile. Sorpresa, decisamente sorpresa, sì. soprattutto per la moltitudine di sensazioni che m'investirono come uno tsunami. Il suo corpo caldo, il battito del suo cuore, il suo respiro... La vena del collo che pulsava così vicino ai miei occhi... Era quasi ipnotica. Era vivo, e lo sentivo con tutti i miei sensi amplificati. Gli misi le braccia attorno al collo, anche perchè Nat era pochi centimetri più alto di me e lui rispose stringendomi ancora di più e appoggiando il viso contro il mio collo. Le sue labbra erano bollenti. Nonostante fossi sotto il getto della doccia, solo in quel momento mi sentiii come un deserto in cui stava piovendo.
Io ero il deserto e Nat era la pioggia... E stava piovendo a dirotto in quel momento.
Non so se stavo infrangendo qualche regola non scritta, non mi avevano dato un libretto d'istruzioni una volta morta. Mi ero tenuta lontana dai vivi perchè ero convinta che così doveva essere. Ogniuno nel proprio mondo.
Ma adesso...
Non so per quanto tempo rimanemmo così, quando sentii che l'acqua cominciava a diventar fredda, Nat alzò la testa sfiorandomi il viso con i suoi lunghissimi capelli.

"Vado a comprare da mangiare, i soldi sono al solito posto?" mi sussurrò all'orecchio con la sua voce profonda senza guardarmi in viso.
"Sì, nel mio trolley..."

E come se nulla fosse accaduto, Nathan uscì dalla doccia lasciandomi sotto l'acqua fredda.

Quando uscii dal bagno Nathan non c'era più, Joe, invece era seduto sul letto intento a stiracchiarsi.
"Ciao... Nathan è andato a recuperare la colazione e l'auto..." mi disse risdraiandosi sul letto e allungando le braccia verso di me.
"Tutto bene?" chiesi.
Joe mi guardò un po' sorpreso. "Beh, direi di sì. E' successo qualcosa? Hai una faccia strana..."
"No, nulla" mentii io. Non mi sembrava il caso di raccontare proprio a Joe di ciò che era successo nel bagno. Come minimo me lo sarei ritrovato tra i piedi tutte le volte che avrei cercato di farmi la doccia.
Joe se ne stava disteso sul letto come un enorme gatto nero, non era convinto di ciò che gli avevo detto, lo vedevo dalla sua espressione, ma non mi fece altre domande.
Nathan tornò piuttosto in fretta, con la colazione e dei giornali per me, avevo la netta senzazione che continuasse a fissarmi appena smettevo di guardarlo.
Salimmo, in auto, nonostante l'incidente era piuttosto in ordine, a parte la macchia scura sul sedile del guidatore.
Alla guida si mise Joe, passammo per delle stradine tranquille, molto probabilmente non se la sentivano di guidare per la tangenziale.
Il tempo sembrò dilatarsi, avevo di nuovo l'impressione che tutto ciò che mi interessava fosse dentro l'abitacolo di quella macchina. I giornali del mattino non mi avevano dato nessuna notizia interessante, nessun segno che potesse riguardarmi e cominciavo a chiedermi come mai. Molto probabilmente la mia prossima mossa era dare la caccia a questo ipotetico Ghoul che aveva aggredito i miei compagni di viaggio.
Joe guidava lento attraverso i paesi commentando tutto quello che gli passava sotto gli occhi, dai negozi alle passanti.
All'improvviso si fermò parcheggiando a lato di un marciapiede.

"Perchè ti sei fermato?" gli chiese Nathan.
"Qui vicino c'è un negozio che vende abiti bellissimi" rispose Joe spegnendo l'auto.
"Ma ti sembra il momento di fare shopping?" gli chiesi. Credevo avessero fretta di tornare a casa.
"Sì, è il momento – Joe mi guardò con un espressione terribilmente seria- Mi sembra il caso di comprarti qualcosa visto tutti gli abiti che fai fuori ogni volta che esci".
"Ti ringrazio ma sono a posto" gli risposi, non mi sembrava il caso di perdere tempo a fare acquisti.
"Ho visto cos'hai in valigia, quattro stracci. Forza scendi dall'auto" e dopo avermi detto questo, si fiondò giù dalla macchina aspettando sul marciapiede.
Guardai Nathan che si strinse nelle spalle. "Quando si mette in testa qualcosa..."

Sospirai e scesi, non ero affatto convinta fosse una buona idea ma Joe mi prese per mano trascinandomi per la strada. In un vicolo un po' appartato c'era un negozio che vendeva dischi e abbigliamento alternativo, era piccolo ma stipato di roba. Joe salutò allegramente la commessa e si tuffò in una fila di abiti frugando in mezzo alle grucce. Nathan si fermò a guardare i dischi in vinile e io rimasi in mezzo al corridoio senza sapere bene cosa fare. Joe venne a recuperarmi, provandomi addosso una t shirt dei Cinderella.
"Sì, direi che è della tua misura..." e scomparve di nuovo in mezzo alle file di abiti prima ancora che io potessi replicare.
Nathan mi arrivò alle spalle spingendomi gentilmente verso il punto in cui si trovava Joe che, nel frattempo, tirò fuori un paio di Jeans neri con inserti leopardati decorato da borchie.

"Sono molto belli" gli disse Nath.
"Lenore, guarda se sono della tua misura" Joe mi lanciò i pantaloni.

Io li presi al volo e li guardai, sinceramente non era il genere di cose che indossavo solitamente, non amavo particolarmente i pantaloni, preferivo le gonne e in quel negozio non vedevo capi di vestiario che potessero piacermi.

"Secondo me ti stanno bene" mi disse Nathan. Eravamo tutti e tre in un angolo appartato del negozio, Joe con in mano un paio di pantaloni neri per lui e Nathan che ci osservava. Incredibilmente mi sentii a disagio, avevo quella fastidiosa senzazione di cose non dette, come se le parole rimanessero sospese nell'aria perchè nessuno aveva avuto il coraggio di pronunciarle.

"Si può sapere che succede?" chiesi.
I ragazzi si scambiarono un'occhiata, allora avevo ragione a pensare che c'era qualcosa che non andava. Sospettai che fosse per l'incidente del giorno prima.
"Senti...- iniziò Nathan- una volta che avrai finito con il Ghoul che ha ucciso i nostri amici, cosa farai?".
"Ci lascerai soli?" mi chiese Joe ed era quella la domanda che molto probabilmente avrebbe voluto fare Nathan.

Rimasi in silenzio a guardarli, erano entrambi in attesa di una mia risposta, bella o brutta che fosse. Sinceramente non ci avevo mai pensato, essendo morta non avevo mai fatto progetti a lungo termine, vivevo alla giornata, seguendo un segno fino al prossimo e non preoccupandomi più di tanto del resto. Ma per loro a quanto pare era diverso, si aspettavano qualcosa da me.

"Non lo so ragazzi, sinceramente non ci ho pensato. Immagino che i miei segni mi diranno cosa fare".
Joe si fece vicino, molto vicino, tant'è che, indietreggiando, mi ritrovai in mezzo ai vestiti.
"Ma se dipendesse da te... Tu, ci lasceresti soli?"
Mi prese il viso per costringermi a guardarlo negli occhi. Il suo sguardo indagatore m'inchiodò sul posto, ma perchè pativo tanto i bei ragazzi?
O forse era meglio che mi chiedessi perchè pativo tanto quei due...
Pensai che se fosse stato per me non me ne sarei più andata, e dentro di me c'era qualcosa che voleva rimanere con loro per sempre. Ma nulla era per sempre e io lo sapevo fin troppo bene.
Gli presi il viso tra le mani facendolo trasalire. "Ciò che penso io purtroppo è irrilevante ma, dipendesse da me, io non vi abbandonerei mai...".
Mi sentii terribilmente idiota dopo aver detto ciò che pensavo, ma Joe sorrise e mi baciò su una guancia davanti a Nathan, poi prese la roba che aveva scelto compreso il paio di pantaloni che mi aveva passato, e sorridendomi, andò verso la cassa. Rimasi con Nathan che continuava a fissarmi con un espressione seria, nonostante potessi guardarlo negli occhi, non capivo cosa gli stesse passando per la testa.
Pensai di toccargli un braccio, non ero abituata al contatto fisico, ma mi ricordavo che da viva alle persone faceva piacere. Nathan sembrò destarsi dai suoi pensieri.

"Tutto bene?" gli chiesi.
"Sì, certo" mi rispose lui, poi mi prese sottobraccio e andammo verso Joe che ci aspettava all'ingresso.
Well, the tenth chapter, perhaps the story progresses boring, I do not know, you tell me what you think.
© 2012 - 2024 Cristineorkan
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